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ManzOni

by ManzOni

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1.
cosa ci sarà là fuori oggi?...cosa troverò di nuovo oggi? forse troverò…un ospedale forse troverò…una madre… forse dopo un po’…un padre… forse luce e un pianto senza lacrime cosa ci sarà là fuori oggi?...cosa troverò di nuovo oggi? forse troverò…una maestra buona… forse troverò poesia e la luna forse troverò dove si nasconde l’anima forse sorriderò cosa ci sarà là fuori oggi?...cosa troverò di nuovo oggi? forse troverò…una diga assassina… forse troverò la luna violentata… da questo capirò che non c'è dio e fortuna… forse bestemmierò forse troverò il sessantotto forse troverò l’intellettuale con un libro sotto il braccio forse troverò più cuore in mezzo al bosco e più rosso in un bel tramonto forse troverò un funerale forse troverò disperazione forse troverò l’amore forse l’illusione cosa ci sarà là fuori oggi?.. forse l’ ospedale mia madre dopo un po’ mio padre un nuovo pianto senza lacrime…e poi …si spegnerà la luce
2.
Ehi…come ti va?...hai più…rivisto dio / in quel po’ di vino bianco santo?” “Io…sai...lavoro il ferro / giù… dentro l’inferno! / tossisco…di notte non dormo…mai” “…amico mio / …quanto ne ho bevuto ormai…di quel vino bianco… santo…” e vado avanti…per abitudine… la mia…è come le altre fabbriche una messa all’ora…una dopo l’altra… per una morte…per una nascita… lavoro…anche le domeniche… per un cielo…che so pieno di nuvole… …e so…che in quel vino…bianco / …in quel po’ di vino bianco santo… / dio non c’è!!
3.
ManzOni - Scappi (free) 05:05
…Quei giorni trascorsi tra i boschi…a ripulire dalla terra i primi funghi…appena raccolti ....tu che mi spiegavi Aristotele…con in mano una tazza di the…stesa…su un plaid a quadri ..ricordi…ti ricordi …ed è arrivata la notte…con un cielo pieno di stelle…che ti sembravano più vicine… ...il caminetto vino rosso antico carne ai ferri e una salsa ai sottaceti che hai definito speciale! E tu che scappi da là…e scappi di là…rifugiandoti tra lenzuola pulite e felici di regalarci...per una notte il sorriso.. e tu che scappi da là... e scappi di là…rifugiandoti tra lenzuola pulite e felici di regalarci solo per una notte il sorriso…il tuo sorriso e il mio…e alla fine il sonno ...alla mattina del giorno dopo nuvole grigie già preannunciavano il tuo temporale …che per noi poi era difficile…pensare al ritorno a campi di granturco sotto stelle più lontane e io che scappo da là…scappo…scappo da quelle lenzuola che erano state felici di regalarci per una notte il sorriso e io che scappo da là... scappo…scappo da quelle lenzuola che erano state felici di regalarci per una notte il sorriso…e alla fine…nemmeno il sogno …è da un anno che proteggo dalla rabbia di mosche cattive quel che resta del nostro amore …una scatola di mon cheri con la ciliegia ormai rinsecchita…che non ti ho mai potuto dare... ..se la vuoi... è qua…è per te...
4.
…ho paura…di bagnarmi… …paura…di acqua fredda come neve! …ho paura di ammalarmi... …di un buio denso come morositas nere! …paura di non vedere…più! …del fango che mi tira giù! …di un grande BUONEFESTE scritto con troppo anticipo… …paura di augurarmi ancora BUON ANNO da solo! Non che ci tenga poi tanto al capodanno… Anzi…non me ne frega un cazzo …giuro! Mi vedo seduto all’incrocio a guardare la gente che va dove ha prenotato… A gridare…vaffanculo…io ho già bevuto e non aspetto oggi per farlo!!! E Tu?…VAI IN ARGENTINA? a ballare tanghi con reggicalze neri di seta? o vai a parlare di cinema in Svezia? E là poi a far festa in piazza e a bere birra? …e cammino al buio…sotto acqua fredda …ho paura del letargo non rispettato da un rospo …degli occhi di un gatto…di un cane libero… …di un cellulare scarico…come la mia vita …ho paura di non trovare più nessuna presa… …paura della mia ombra …della volpe e dell’uva…stravolta da un’analista… …di una mantide che mangia solo per se stessa… Ma la pioggia ha ormai lavato un cielo pieno di nuvole scure… Il vento asciuga la luna e le stelle e le riaccende I kaki sugli alberi…tornano a far luce …i gabbiani stranieri nella mia terra…tornano gonfi al loro mare
5.
Tu sai…tu sai l’inferno dov’è Tu sai…tu sai il cattivo chi è E sai…in che brutto mondo vivo...che bevo molto e fumo e mi castighi…senza sorriso...come fossi dio Tu sai…il paradiso dov’è E sai…che quello non è il posto per me lassù ci metti altri…chi va a fare footing…chi sa di libri…e viaggi con gli aerei monaci buddisti… io no…non sono niente…no! io no…senza te non sono niente…no! Sono un vegetale…un cavolo in confusione…in una foresta…tropicale…e sto male… …senza te sto male…male !!!
6.
dove saremo noi quando cadrà la luna non avremo di certo un posto sull’astronave accanto al re là ci sarà solo gente importante e noi?...cosa faremo noi quando cadrà la luna lavoreremo come sempre tutti presenti nessuno in ferie e per l’ennesima volta…l’ultima si accetterà la sorte Non una bestemmia contro un dio inesistente Non un vaffanculo alla morte Non una delle nostre lacrime consumate in altre occasioni inutilmente lavoreremo come sempre tutti presenti nessuno in ferie e per l’ennesima volta…l’ultima si accetterà la sorte…
7.
Ho legato nastri colorati ai rami del fico…per convincere gli storni a non rubarmi il dolce dei suoi frutti ...poi…ho lasciato andare i palloncini rossi attaccati per la sua festa…sulle tracce del fumo di una benson gialla ho bevuto la prima camomilla della mia vita…che non ha avuto l’effetto promesso meglio...molto meglio…vino bianco freddo…in estate...per fissare da solo il buio della notte domani vado a comperare un piumino d’oca per quest’inverno...c’è la fiera del bianco e tutto costa meno e magari m’informo anche per un condizionatore…non voglio più sentire il caldo quando dormo ...ma quando dormo io?...nemmeno la camomilla fa effetto!...ho un’idea elimino il letto e al suo posto ci metto un acquario?! con acqua dolce...ma ci aggiungo un po’ di sale che mi faccia galleggiare meglio e mi ci metto dentro…e gioco...e nuoto nell’acqua…nuoto…leggero…gioco spargo chili di sale…sul poggiolo attaccato al muro grigio…ma vado giù ancora più a fondo… scarto la camomilla…brindo con vino bianco freddo…alla periferia di questo paese anonimo
8.
…ho scritto d’amori…perduti... /…voglio liberarmene… …d’amore…non voglio più scrivere …sono stanco di immaginare la mia morte …di morte non voglio più scrivere …sono stanco di scrivere di ideali sconfitti e di mancate vittorie! …io sono stanco di scrivere con le lacrime… …voglio scrivere con il sorriso di colori che non siano il nero! …e scrivo …di campi di colza che non hanno bisogno di dio per essere così gialli! …del bianco dei fiori di sambuco...e del rosso tra il frumento di mille papaveri …del breve sonno fatto tra una fermata e l’altra in una corriera blu! …delle pagine rosa di un giornale...di cuffie viola per ascoltare musica! …di una strada vista ogni giorno da un finestrino… e del grigio della nebbia …dell’acqua alta…calli strette di ombrelli arcobaleno che non servono a fermare la pioggia …della luce al neon ...di un call center in una città dove il sole non illumina! vedi…io alla fine scrivo sempre in nero…io non so ridere mentre scrivo! NON SERVO A NIENTE!…DEVO liberarmi di me! A I U T O…A I U T O……
9.
Tavola grande sotto l’albero con il vento che tormenta gli angoli di una tovaglia bianca Bicchieri vuoti o ancora mezzo pieni fanno compagnia…a un vaso vuoto di ceramica Profumo di ragù nell’aria…e da alcune macchie scure odore di uva fatta vino in casa piatti sporchi…ossa di gallina…insalata appassita dall’olio…noccioli di frutta liberi da polpa Giacche da uomini allargate sulla spalliera di qualche sedia in legno…con la seduta in paglia Un mozzicone con tracce di rossetto in un portacenere…sfiorato da uno scialle in seta… L’ombra di un ramo...nasconde al sole…un cappello in tessuto grigio a capotavola! falce e martello…su una spilla in metallo… attaccata sulla tesa...larga fazzoletti rossi danzano…con foglie secche…il ritmo freddo della tramontana! …gente che non c’è!…che c’è stata!… e non si sa…se ci sarà…e intanto in cielo…torna la luna…

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Fiato d'artista. Palloncini rossi sigillati nel 2000 e ora esausti, per questo più vivi, spogliati dell'aria forse superflua, comunque necessaria alla prima fase del fluxus naturale.
Tra i Manzoni quello vero, Piero, scomparve a soli trent'anni, come chi ha bruciato tutto subito e ai reduci lascia macerie, resti, e la sorpresa davanti all'umanesimo della propria arte: party del corpo, piedistallo e orme.

ManzOni rivive in un interprete di 57 anni, esordiente o quasi alla platea musicale italiana: Gigi Tenca ha il soma di Moustaki ma guarda il mondo con gli occhi di Nick Cave, la sensibilità e le paure di Daniel Johnston, il sapore di una cena slow food tirando tardi dietro grandi bottiglie. Scrive di eros e tanathos, passioni forti senza compromessi tanto meno storici, magnetico centro di gravità gravosa che grava e gravita sotto il peso della propria vita, un Aidan Moffat veneto cui basta sostituire la vocale finale del cognome per trasformarlo in autore dall'esito noto.
Dalla valigia dell'attore escono parole ametriche, scarne, private, in sottrazione eppure ricche di aggettivi e dettagli, piante e colori, golose di cibo ed elementi del cosmo, ostentatamente atee. Non è un reading né una declamazione, dacché il cantato armonizza e la forma si mostra fedele alla canzone anche se i brani non hanno ritornello e i testi, a vederli lanciare dal palco, presentano puntini di sospetta sospensione, segno dei tempi...

I suoi plausibili figli sono Carlo Trevisan, anni 38, Emilio Veronese, anni 34, Fiorenzo Fuolega e Ummer Freguia, anni 32 (i primi due lo seguono da precedenti esperienze comuni): The Bicentennial Man che somma le cinque età riempie il disco e il palco in formazione atipica per il rock d'autore, frutto anche delle sliding doors che hanno determinato la vita del gruppo. Quattro chitarre diverse l'una dalle altre, talmente differenti che una a turno può diventare batteria e rendere la formazione estremamente flessibile, soprattutto dal vivo, con tutte le elettriche assieme che succedono a due elettriche, un'acustica e la batteria, più i tappeti di loop ferrosi e ipnotici, l'elemento-Gigi a presentare i brani in maniera personale.

Il processo creativo parte dagli accordi e dai giri di chitarra, la voce si adegua all'economia della struttura, che poi uniforma al bene comune: è un conferimento peculiare alla varietà delle corde, come un incastro enigmistico volutamente ostacolato in nome del divertimento, della prova, della convinzione di saper fare sempre meglio e di più. Cifra distintiva è l'incessante ricerca sonora, svolta empiricamente oltre le paratie della canzone d'autore di Vic Chesnutt e Michael Gira, del blues terreno -WovenHand- come del post rock più o meno accasato à la maison Constellation, senza che costituiscano influenze aprioristiche.

Da una realtà isolana e isolata, provinciale, distante, questi bachi da murazzo debuttano con passione e professionalità senza porsi traguardi artistici invalicabili, sfornando un disco da meditazione come certi vini solenni che impongono la propria presenza su terze intenzioni. ManzOni è musica umorale ed emotiva, legata al ciclo delle stagioni, ora triste e malinconica, ora rabbiosa a cielo aperto: sale sparso sulle ferite del rock e sul sarcofago della canzone d'autore italiana. Ora come allora, non cercate eccessivi metri di paragone, perché non ci sono.

credits

released February 18, 2011

Gigi Tenca, voce e testi
Fiorenzo Fuolega, chitarra elettrica, batteria, loop
Carlo Trevisan, chitarra elettrica, batteria, loop
Emilio Veronese, chitarra acustica ed elettrica
Ummer Freguia, chitarra elettrica

ha partecipato Mattia Boscolo, alla batteria in Cosa ci sarà

produzione artistica: ManzOni
produzione esecutiva: Garrincha Dischi

registrato e mixato da Bruno Germano all'Igloo di Correggio (RE) nel maggio 2010
masterizzato da Carl Saff al Saff Mastering Studio di Chicago, IL nel luglio 2010

manzoni.tumblr.com

www.facebook.com/pages/ManzOni/354733346944

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